Napoli, 26 febbraio 2011 – Da quando la Protezione Civile è stata incaricata di chiudere la contabilità di 17 anni di emergenza spazzatura, non si contano le rivendicazioni di crediti vantati nei riguardi dello Stato. In capo alla lista ci sono Fibe e Fisia, le imprese del gruppo Impregilo che fino al dicembre 2005 hanno gestito lo smaltimento dei rifiuti in Campania e che oggi chiedono 2 miliardi e 400mila euro dei quali uno e mezzo solo per il danno di immagine. Ma
i creditori sono molti di più: quasi novecento e pretendono in tutto circa 3 miliardi e mezzo di euro. La nuova missione, creata apposta dalla Protezione Civile per mettere le carte in regola, è già davanti alle prime difficoltà. Capire, infatti, chi è nella giusta posizione per pretendere i risarcimenti è difficile, se non addirittura impossibile. Prima di passare alla Impregilo, infatti, ci sono stati terreni che sono passati di mano in mano, aumentando notevolmente di valore. Lo sfondo è quello della criminalità organizzata. Che ha versato milioni di euro per gli espropri ed i fitti delle aree. Movimenti sui quali la magistratura ha indagato a lungo. Una situazione ingarbugliata a cui dovrà far fronte la Protezione Civile.
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